Silvano Toscani doc Viste nascoste: idilli

La raccolta, Viste nascoste degli anni 1985 1990, contiene composizioni del genere letterario dell’idillio. Viene ricompresa nella collana Poesie dell’aia solo per questioni cronologiche. La struttura dell’opera infatti ha solo sette composizioni con metrica libera e di cospicua lunghezza. Esse vengono tutte prodotte nella tranquillità della casa paterna, in completa solitudine e il ricordo domina e conduce il sentimento alla produzione letterale. Si comincia con uno stato di riflessione e sofferenza nella prima composizione che sfugge ai contenuti idilliaci, ma subito la poetica agreste prevale e già dal secondo scritto dedicato al proprio cane da caccia si raggiungono sensazioni tipiche dell’idillio. Negli altri scritti Il tema dell’amore si accentra su una figura femminile simbolica. L'amore è l'infantilismo interno dell'uomo, o la vera misura di sé stessi, senza maschere né coperture e finzioni. Eppure l'amore è una costante di tenerezza, un male che t'è rimasto dentro da bambino: un fatto legato al singolo momento, senza il bisogno di protrarsi in là nel futuro, perché certamente ha un futuro, anzi l'amore è una corsa verso il futuro, lo sprezzo per il presente, l'immoto, il freddo, la morte. L'amore è un contagio congenito, mescolanza di sangue e di carne, un regalo della madre con la vita, il biglietto di passeggero del mondo che inesorabile ci lascia cadere alla fermata, anche quando il viaggio degli altri continua e ancora più struggente è la fine; ma per ogni amore che muore uno ne nasce da qualche altra parte dell'universo. Ma l’amore è una costante dell’uomo e viaggia con esso da prima della nascita. Accorgersi di essere cresciuti non è solo un parametro d'anni, ma la consapevolezza di poter raccogliere la palla dall'orto senza chiedere né l'aiuto né il permesso; spesso allora, sempre più stanco e solo t'addentri nelle scatole cinesi della vita. Scelta dopo scelta costruisci l'esperienza, il passato, l'abbandono; e dalla molteplicità del nozionismo del mondo ti capita di non saper vivere per quello che sei realmente - un attimo e una speranza di protrarsi più in là all'infinito. Il paesaggio torna dominatore nella composizione, Laga innevata. A est della Laga, nell'entroterra dei morbidi versanti spioventi, protesi nelle valli verso il mare, è il castello Macchiatornella; colà c'è una casa che cavalca e doma ogni contrada. Solo l'Inverno sconcerta l'avamposto e la sua neve, che non puoi affrontare a palme scalze. L'autore conosce bene nel proprio vissuto tutto quello che descrive e lo fa solo ricordando. Non ha bisogno di osservare e contemplare. Come è vivo nel ricordo il valore del tricolore e le giornate trascorse a Udine per la naia. L'immagine della propria terra si allarga ed assume i connotati di Patria. Ma i profondi ricordi si colorano nei passaggi celebrativi della scuola e della famiglia. Momenti in cui il bambino poeta soffre già la smania di intervenire sulla realtà e sule persone, ma non può per la sua giovane età e per la mancanza di forze reali, ma non certo per personalità, che invece impera e discerne il bene dal male, l'amore spirituale dal bisogno fisico. Prova egli stesso la soccombenza alla figura del padre e accetta nell'uomo la sofferenza del bisogno fisiologico che spesso assume brutture nei confronti delle etere figure femminili. L'amore per la donna come emblema della vita, la esalta ad aspetti poetici petrarcheschi, dall'ineffabile presenza nelle vesti, nelle parole, ma soprattutto nei sentimenti: la donna si vede a occhi chiusi e nei sentimenti. La stesura di questi idilli è una grande esperienza poetica che suscita nello scrivere una gioia realizzativa tele da esaltare il poeta a scrivere il poema La signora del Castello, componimento struggente non appartenete a questa collana. Viste nascoste rappresenta l'ultima fase della poesia giovanile. Da questo momento in poi c'è una continua discesa e perdita delle forze che porterà il poeta a una tempistica meditativa ridotta ma più accorta.